Lacan il “liberatore” della psicoanalisi

Michel Foucault:

Penso che l’ermetismo di Lacan sia dovuto al fatto che voleva che la lettura dei suoi testi non fosse semplicemente una “presa di coscienza” delle sue idee. Voleva che il lettore si scoprisse a sua volta come soggetto di desiderio, attraverso questa lettura. Lacan voleva che l’oscurità dei suoi Scritti riflettesse la complessità stessa del soggetto, e che il lavoro necessario per comprenderlo fosse un lavoro da fare su se stessi.

Intervista di Michel Foucault con J. Nobécourt, in Corriere della sera, 11 settembre 1981.

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C’è l’abitudine di dire che Lacan è stato il protagonista di una rivoluzione della psicoanalisi. Lei pensa che questa definizione di “rivoluzionario” sia esatta e accettabile?

Credo che Lacan avrebbe rifiutato il termine “rivoluzionario” e l’idea stessa di una “rivoluzione in psicoanalisi”. Voleva semplicemente essere “psicoanalista”. Questo presupponeva, ai suoi occhi, una rottura violenta con tutto quello che tendeva a far dipendere la psicoanalisi dalla psichiatria o a farne un capitolo un po’ sofisticato della psicologia. Voleva sottrarre la psicoanalisi alla prossimità, che riteneva pericolosa, della medicina e delle istituzioni mediche. In essa non cercava un processo di normalizzazione dei comportamenti, ma una teoria del soggetto. Per questo motivo, nonostante una parvenza di discorso estremamente speculativo, il suo pensiero non è estraneo a tutti gli sforzi che sono stati fatti per rimettere in questione le pratiche della medicina mentale.

Anche se Lacan non è stato un “rivoluzionario”, come dice lei, è comunque vero che le sue opere hanno avuto una grandissima influenza sulla cultura degli ultimi decenni. Che cosa è cambiato, dopo Lacan, nel modo di “fare” cultura?

Che cosa è cambiato? Se ripenso agli anni Cinquanta, all’epoca in cui lo studente che ero leggeva le opere di Lévi-Strauss e i primi testi di Lacan, mi sembra che la novità fosse questa: scoprivamo che la filosofia e le scienze umane vivevano su una concezione molto tradizionale del soggetto umano, e che non bastava dire, come alcuni, che il soggetto era radicalmente libero o, come altri, che era determinato dalle condizioni sociali. Andavamo scoprendo che bisognava cercare di liberare tutto ciò che si nasconde dietro l’uso apparentemente semplice del pronome “io”. Il soggetto: una cosa complessa, fragile, di cui è difficile parlare, e senza la quale non possiamo parlare.

Lacan ebbe molti avversari. Fu accusato di ermetismo e di “terrorismo intellettuale”. Che cosa pensa lei di queste accuse?

Penso che l’ermetismo di Lacan sia dovuto al fatto che voleva che la lettura dei suoi testi non fosse semplicemente una “presa di coscienza” delle sue idee. Voleva che il lettore si scoprisse a sua volta come soggetto di desiderio, attraverso questa lettura. Lacan voleva che l’oscurità dei suoi Scritti riflettesse la complessità stessa del soggetto, e che il lavoro necessario per comprenderlo fosse un lavoro da fare su se stessi. Quanto al “terrorismo”, vorrei soltanto far notare una cosa: Lacan non esercitava alcun potere istituzionale. Quelli che lo ascoltavano erano lì unicamente per ascoltarlo. Terrorizzava soltanto quelli che avevano paura. L’influenza che si esercita non può mai essere un potere che si impone.

 

2 thoughts on “Lacan il “liberatore” della psicoanalisi

  1. ENZO LEONE ha detto:

    L’influenza che si esercita non può mai essere un potere che si impone.

  2. antonietta dalla nave ha detto:

    bellissima l’ interpretazione dell’ermetismo di Lacan, attraverso lo sforzo, spesso titanico, di comprenderlo,ho capito qualcosa di me.

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