Letteratura o Lituraterra

Lituraterra è uno straordinario breve testo di Lacan del 1971. Punto di riferimento per la critica letteraria. Eppure Lituraterra non parla di letteratura. Lacan propone questo neologismo per evocare una scrittura che non si fa su fogli di carta ma…   Relazione al convegno  Letteratura e letterarietà in Jacques Lacan 26.11.2016 Istituto Francese Centre Saint Luis - Roma Terra, corpo e nuvole. Cosa vuol dire che nasciamo immersi in un bagno di linguaggio? Che da subito ...
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La lingua dell’inconscio: Lacan con Artaud

La lingua di cui si occupano psicoanalisti e artisti non è quella che studia la linguistica. È una lingua imbevuta di desiderio e di godimento, fatta di impossibili a dire, di equivoci, di depositi che una storia del tutto singolare ha lasciato sul fondo. Una lingua con la quale si cerca di fare altro che comunicare e significare. Artaud mostra nel vivo della sua carne-opera la ricostruzione di questa lingua che Lacan ha teorizzato. Questi giorni, ho creduto veramente di morire, non so pi...
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La lingua perduta e ritrovata: Artaud con Lacan

di Michele Cavallo La lingua di cui si occupano psicoanalisti e artisti non è quella che studia la linguistica. È una lingua imbevuta di desiderio e di godimento, fatta di impossibili a dire, di equivoci, di depositi che una storia del tutto singolare ha lasciato sul fondo. Una lingua con la quale si cerca di fare altro che comunicare e significare. Artaud mostra nel vivo della sua carne-opera la ricostruzione di questa lingua che Lacan ha teorizzato. Questi giorni, ho creduto veramente ...
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Parole di carne: da Joyce ad Artaud

di Michele Cavallo E se le parole non servissero per comunicare? La funzione essenziale del linguaggio sarebbe ben altra. Il poeta cerca di rompere il senso, di torturare il linguaggio, lo fa non per puro gioco linguistico, per generare doppi sensi o non-sensi, ma per far sorgere una nuova esperienza della realtà, per forgiare un nuovo corpo. Due casi esemplari: Joyce e Artaud. Se in Joyce il lavorìo con il linguaggio giunge a creare un nuovo genere letterario, in Artaud la distruzione del ling...
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Del sentire performativo. Artaud, Grotowski, Bene.

Michele Cavallo & Gioia Ottaviani C’è un sottile filo rosso che a partire da Artaud passa in Grotowski e in Carmelo Bene. Esperienze pur così distanti nei presupposti e negli esiti, vengono qui proposte per suggerire la collocazione del problema delle emozioni e del sentire performativo, nel superamento di "falsi problemi" in cui spesso ci si è attardati. Sulle orme di questi tre diversi cammini, vengono rintracciate alcune possibilità che la teoria e la pedagogia del teatro novecentesco ha...
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Il teatro nei diversi contesti sociali

OVVERO QUANDO IL TEATRO NASCE DALL'AMBIENTE, DAL CONTESTO, DALLA SITUAZIONE. Le finalità risocializzative, rieducative, terapeutiche, trasformative del teatro. La ricchezza del teatro, la sua potenzialità trasformativa in chi ne fa esperienza attiva, in chi lo pratica seppur a livello non-professionale, non è riducibile alle suggestioni sensoriali, alla stimolazione di emozioni o al piacere del movimento, del gesto, dell'azione scenica.  Nel fare teatro ci sono degli effetti di verità per il ...
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Al di là degli affetti. L’emozione fra psicologia e teatro

        Il lavoro si propone di ripercorrere il contributo che la ricerca psicologica ha portato al campo teatrale sul tema dell’emozione; per poi collocare tali studi in una cornice interpretativa più ampia, quella della filosofia fenomenologica; infine problematizzare i presupposti e i risultati di questi studi alla luce della psicoanalisi lacaniana che trova in alcune prassi estetiche e pedagogiche esempi esplicativi evidenti. Ad esempio, nel concetto di "secon...
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