Lacan apocrifo

«Forse la mia vocazione vera era quella d’autore d’apocrifi, nei vari significati del termine: perché scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto; perché la verità che può uscire dalla mia penna è come una scheggia saltata via da un grande macigno per un urto violento e proiettata lontano; perché non c’è certezza fuori dalla falsificazione». La prefazione di Lacan ai suoi Scritti? Potrebbe esserlo. In fondo, potremmo leggere con più agio la scrittura di Lacan s...
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Letteratura o Lituraterra

Lituraterra è uno straordinario breve testo di Lacan del 1971. Punto di riferimento per la critica letteraria. Eppure Lituraterra non parla di letteratura. Lacan propone questo neologismo per evocare una scrittura che non si fa su fogli di carta ma…   Relazione al convegno  Letteratura e letterarietà in Jacques Lacan 26.11.2016 Istituto Francese Centre Saint Luis - Roma Terra, corpo e nuvole. Cosa vuol dire che nasciamo immersi in un bagno di linguaggio? Che da subito ...
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Macchine e nuvole

Una lettura di Lituraterra  di J. Lacan   Lituraterra. Uno scritto che parla dunque di letteratura? No, Lacan propone qui un apologo che parla sì di scrittura ma di una scrittura che non si fa su fogli di carta ma… sulla terra. Parla di scavi, di tracce che l’acqua piovana produce sul terreno, lasciando resti, liture. Una metafora geologica, allora? Nemmeno. La terra sta per corpo vivente, corpo-godente. Lituraterra parla, quindi, del significante che incide il corpo. Parla del trauma del l...
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Lacan il “liberatore” della psicoanalisi

Michel Foucault: Penso che l’ermetismo di Lacan sia dovuto al fatto che voleva che la lettura dei suoi testi non fosse semplicemente una “presa di coscienza” delle sue idee. Voleva che il lettore si scoprisse a sua volta come soggetto di desiderio, attraverso questa lettura. Lacan voleva che l’oscurità dei suoi Scritti riflettesse la complessità stessa del soggetto, e che il lavoro necessario per comprenderlo fosse un lavoro da fare su se stessi. Intervista di Michel Foucault con J. Nobécourt, i...
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Alice nel paese della psicoanalisi

La bambina, l’artista, il folle A ben guardare, di senso nel mondo, nelle cose, nei discorsi non ce n’è poi così tanto, e anche quando ce n'è non è mai stabile. Le parole dicono ma anche nascondono, indicano la strada ma anche smarriscono, rassicurano ma anche imbrogliano. Ci sono pluri-senso, contro-senso, non-senso, fuori-senso, giochi di senso… L’opera di Lewis Carroll è la prima grande messinscena dei paradossi del senso, come ha sottolineato Gilles Deleuze. Alice è una macchina per deformar...
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La lingua dell’inconscio: Lacan con Artaud

La lingua di cui si occupano psicoanalisti e artisti non è quella che studia la linguistica. È una lingua imbevuta di desiderio e di godimento, fatta di impossibili a dire, di equivoci, di depositi che una storia del tutto singolare ha lasciato sul fondo. Una lingua con la quale si cerca di fare altro che comunicare e significare. Artaud mostra nel vivo della sua carne-opera la ricostruzione di questa lingua che Lacan ha teorizzato. Questi giorni, ho creduto veramente di morire, non so pi...
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La lingua perduta e ritrovata: Artaud con Lacan

di Michele Cavallo La lingua di cui si occupano psicoanalisti e artisti non è quella che studia la linguistica. È una lingua imbevuta di desiderio e di godimento, fatta di impossibili a dire, di equivoci, di depositi che una storia del tutto singolare ha lasciato sul fondo. Una lingua con la quale si cerca di fare altro che comunicare e significare. Artaud mostra nel vivo della sua carne-opera la ricostruzione di questa lingua che Lacan ha teorizzato. Questi giorni, ho creduto veramente ...
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Del sentire performativo. Artaud, Grotowski, Bene.

Michele Cavallo & Gioia Ottaviani C’è un sottile filo rosso che a partire da Artaud passa in Grotowski e in Carmelo Bene. Esperienze pur così distanti nei presupposti e negli esiti, vengono qui proposte per suggerire la collocazione del problema delle emozioni e del sentire performativo, nel superamento di "falsi problemi" in cui spesso ci si è attardati. Sulle orme di questi tre diversi cammini, vengono rintracciate alcune possibilità che la teoria e la pedagogia del teatro novecentesco ha...
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Perché una psicoanalisi

Un'analisi è dura e fa male. Ma quando si crolla schiacciati dal peso di parole rimosse, di comportamenti reiterati, di una vergogna atavica, quando la rappresentazione che ci si fa di sé diventa insopportabile, il rimedio è questo. Questa almeno è la mia esperienza, e per Jacques Lacan serbo un'infinita gratitudine. Non arrossire più di se stessi rappresenta la libertà realizzata. Una psicoanalisi ben condotta insegna questo a coloro che le chiedono aiuto (Françoise Giroud). La psicoanalisi è s...
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Punti di capitone. Un’opera di Racine per comprendere la psicosi.

COSA FA DA LIMITE, DA PUNTO DI ARRESTO NEL PENSIERO E NEL LINGUAGGIO. Un contributo alla comprensione della psicosi a partire dal testo Atalia di Racine.  Come può accadere che nelle parole il senso fugga da ogni parte? Cosa permette di tenere insieme, di cucire tra di loro i significati delle parole? Cosa permette di dare senso ai nostri discorsi? Pubblicato in    La Psicoanalisi n. 45, 2009. Se non deliriamo proprio del tutto, nei nostri discorsi, è perché abbiamo dei punti di riferimen...
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